Nell’entusiasmo generale per l’approvazione degli ETF Ethereum c’è comunque una nota stonata che ha creato preoccupazione tra alcuni investitori. È l’abbandono di ARK, società di gestione di capitali della popolare Cathie Wood, che si è tirata indietro e ha lasciato il partner 21Shares a gestire da solo il futuro ETF Ethereum.
Una notizia che ha lanciato il solito giro di teorie del complotto, di FUD e di attacchi a Ethereum ma che andrebbe, almeno secondo chi vi sta scrivendo, messo in prospettiva. Per quanto non conosceremo mai – nonostante la presenza di un comunicato ufficiale – le vere motivazioni di questo addio, analizzando gli ultimi eventi che hanno riguardato questo tipo di prodotti possiamo trarre qualche conclusione.
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ARK abbandona gli ETF EThereum: che succede?
È la notizia del momento, che ha trovato anche diverse sponde tra i detrattori del mondo crypto e Ethereum. ARK, uno dei più visibili e conosciuti gestori di capitali di questo spazio, ha deciso di tirarsi indietro. L’ETF che era stato mandato in approvazione da ARK insieme a 21Shares sarà ora gestito soltanto da quest’ultima.
Un abbandono che è stato benzina per il fud contro Ethereum e che secondo i soliti account sui principali social network sarebbe un pessimo segno per l’intero comparto.
In realtà, come sempre, si deve procedere con ordine. Venerdì è arrivato l’aggiornamento ai form S-1 di diversi ETF su Etheruem. Un aggiornamento dovuto, prima dell’approvazione, e che non è stato fonte di grandi sorprese. Unica sorpresa, in realtà, il fatto che uno di questi non fosse più 21Shares+ARK ma solo 21Shares. Dopo poche ore è arrivato il comunicato di ARK, che afferma:
ARK rimane orgogliosa di essere parte del gruppo di filing sugli ETF Bitcoin approvati da SEC a gennaio. Rimaniamo totalmente impegnati con ARKB, ARK 21Shares Bitcoin ETF dato che crediamo che Bitcoin sia per il bene pubblico e che tutti dovrebbero avervi accesso ad un basso costo.
Dal comunicato di ARK
E dopo una breve introduzione su Bitcoin, ARK aggiunge su Ethereum:
Per quanto riguarda Ethereum, ARK crede nella suo potenziale per la trasformazione e sul valore di lungo periodo della blockchain di Ethereum ma, per ora, non andremo avanti con un ETF Ethereum. Continueremo a valutare modi efficienti per offrire ai nostri investitori esposizione verso questa innovativa tecnologia, in un modo che ne offra tutti i benefici.
Dal comunicato di ARK
La vera rivelazione però, almeno secondo la nostra analisi, arriva dalla terza parte del comunicato:
ARK continua a concentrarsi su prodotti che sfruttano la nostra forza principale nel mondo dei management attivi. Tra questi ci sono i nostri ETF sulle innovazioni distruptive, i nostri ETF sui futures degli asset digitali, e ARK Venture Fund, e altri fondi privati. In altre parole, a ARK piacciono di più le gestioni attive, ed è facile capire perché: le gestioni attive offrono commissioni molto più elevate a ARK e sono di fatto la tipologia di prodotti che hanno reso questo gestore popolare e famoso.
Dal comunicato di ARK
Perché tirarsi indietro ora?
C’è un altro pezzo della storia che è stato ricordato dallo specialista Nate Geraci su X. Cathie Wood, che è al comando di ARK, proprio pochi giorni fa aveva ricordato che gli ETF Bitcoin non stanno producendo guadagni per i gestori.
Il problema è probabilmente nelle *commissioni molto basse** che sono state imposte da una competizione sfrenata e che probabilmente non sono un problema soltanto per i top due o tre gestori in termini di flussi.
Di fronte a un prodotto che non produce flussi di cassa per il gestore e che avrà probabilmente un impatto minore di quello BTC in termini di capitali raccolti, ecco gli elementi che ci servono per capire la decisione di ARK.