Quanto accaduto con gli ETF Bitcoin non deve aver insegnato davvero nulla, almeno in certe redazioni. Oggi Bloomberg, che ahinoi noi è composta solo da Eric Balchunas e James Seyffart, ma anche da tanti altri redattori che a quanto pare devono avercela, a morte, con il settore.
Esce un altro pezzo dal titolo FUD, di quelli fatti per spaventare gli investitori, soprattutto tra quelli che non hanno ancora grande dimestichezza con Ethereum e più in generale con il mondo crypto.
Dubbi riguardo la domanda per gli ETF Ethereum, scrivono, mettendo insieme delle previsioni in realtà tutto fuorché negative. E soprattutto allineate con le nostre, che sono più che positive. Vediamo insieme cosa c’è scritto nell’ultimo pezzo di Bloomberg e perché – nonostante da Criptovaluta.it difficilmente si parli di complotti – c’è qualcosa che non ci quadra.
Dubbi sulla domanda per gli ETF Ethereum? Noi non ne abbiamo
Ci esponiamo. Lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo, perché le nostre convinzioni poggiano sui numeri e su un mercato che – lo diciamo forse con un pizzico di presunzione – abbiamo imparato a conoscere.
Rispondiamo subito al dubbio posto da Bloomberg, perché è questo che leggiamo su Bloomberg: sì, ci sarà domanda. Sarà più bassa di quella di Bitcoin – e se fossimo in altro contesto risponderemmo con un grazie al piffero – ma sarà consistente. Sarà importante e testimonierà l’ingresso di Ethereum nel mondo della finanza che conta.
L’articolo di Bloomberg si può leggere qui – e include poi diverse analisi di diversi… analisti, tutti però piuttosto allineati in senso tutto fuorché negativo.
- Nikolaos Panigirtzoglou
Ne parla da uno scranno importante, quello di JPMorgan, ma non è che ci abbia sempre preso, anche con quelli Bitcoin. Parla, secondo Bloomberg, di inflow tra 1 e 3 miliardi fino a fine anno. Per noi una previsione bassa, e comunque con una forbice così grande da essere pressoché inutile.
- Vetle Lundle di K33
Abbiamo già parlato di questa previsione, con la quale siamo fondamentalmente allineati. 4 miliardi nei primi 5 mesi. Cosa che, se dovesse verificarsi, sarebbe un incredibile successo e il segno che il mondo crypto piace anche agli investitori più tranquilli.
Il caso Grayscale
Non sarebbe FUD senza ricordare che ci sono in diversi che usciranno dall’ETF di Grayscale: Bloomberg parla di arbitraggio, il che vuol dire che in tanti liquideranno appunto quanto acquistato con uno spread importante rispetto al NAV. Cosa che è successa già con Bitcoin, ma che non ha inficiato di una virgola il grande cammino di BTC a Wall Street e al NASDAQ.
Ci sarà poi da valutare le posizioni – anche qui una similitudine con quanto accaduto con l’ETF Bitcoin – di società in fallimento le cui quote sono in mano ai tribunali e ai curatori fallimentari. Anche qui però, oltre a quel venticello di FUD, c’è poco di cui discutere.
Ce lo sapremo ridire dopo il lancio di questi prodotti. E se dovessimo avere torto, ci mangeremo un proverbiale e metaforico cappello.