La recente – ennesima – ondata di meme coin e token crypto ha permesso la riproposizione di una vecchia teoria, che chi vi scrive definisce come il mondo crypto di chi beve con il mignolo alzato. Un’enorme, rumorosa, fastidiosa schiera di professori del mondo crypto che lo vorrebbero più serio, più pacato, più in stile Wall Street, salvo poi dimenticarsi che anche nelle borse più blasonate di spazzatura se ne vede tanta.
Questa volta a scrivere l’articolessa è Skrikumar Misra su Blockworks, altrettanto blasonata testata USA, ove si racconta – certamente come opinione come è stata correttamente marcata suddetta articolessa – di quanto sia dannoso per l’ecosistema DeFi il successo delle meme coin.
Un’opinione con la quale non siamo mai stati d’accordo e probabilmente mai lo saremo, cosa di cui vi invitiamo a discutere con noi anche sul nostro Canale Telegram, insieme a più di 27.000 dei nostri lettori e anche all’autore di questo editoriale.
Memecoin contro la logica, contro il buon senso e in ultimo contro il mondo crypto
I meme coin potrebbero sembrare innocui, ma non lo sono. Così tuona Skrikumar Misra dalle colonne di Blockworks, in un pezzo che potete trovare in inglese e in versione completa qui. L’opinione è in realtà tutto fuorché originale.
Spinti dall’hype social, dal sostegno delle celebrity, e dal fascino dell’arricchimento in breve tempo, i top meme coin come Dogecoin, Shiba Inu e Pepe sono cresciuti esponenzialmente, battendo la logica. Quest’ondata ha portato a una miriade di nuovi lanci e alla recente crescita di memecoin basati su Solana, come Bonk e Dogwifhat WIF, che hanno ulteriormente ampliato questa mania.
Skrikumar Misra
E ha poi aggiunto:
Ma mentre i memecoin potrebbero sembrare innocui, creo che il gioco speculativo sia sul lungo termine dannoso per l’ecosistema DeFi. Distrae l’attenzione e le risorse da progetti con un’utilità nel ondo reale, creando un terreno di coltura per truffe e manipolazioni di mercato.
Skrikumar Misra
Skrikumar Misra
Discorso di buon senso, almeno sulla superficie, che però non tiene conto di alcune caratteristiche del mondo crypto che, sempre ad avviso di chi vi sta scrivendo qui su Criptovaluta.it, ne sono essenza stessa. E se le meme coin non piacciono, non si può comunque affermare che muoia Sansone con tutti i filistei.
- Primo punto: il mondo crypto o è per tutti o non è
Se vogliamo dei listini curati, delle borse dove c’è chi decide cosa sia un buon investimento e cosa non lo sia, esistono già le piazze tradizionali. E pur avendo almeno a grandi linee questo scopo, le piazze tradizionali difficilmente sono riuscite a allontanare truffe e manipolazioni di mercato. Sono un fatto della vita, contro il quale esistono poche barriere se non quella dello studio personale.
- Secondo punto: i progetti con una vera utilità nel mondo reale
Esistono? Certamente sì. Tutti quelli che si sono proposti come progetti con utilità nel mondo reale lo erano effettivamente o lo sono diventati? No. Il sospetto, sempre di chi vi sta scrivendo, è che basti qualche VC con l’abito buono per dare dignità a tanti progetti che certamente non ne hanno più di Dogecoin o della vostra meme preferita.
- Terzo: la credibilità della DeFi
Il punto che però sorprende chi vi sta accompagnando in questo editoriale è il seguente:
In ultimo il boom dei memecoin mina la credibilità della DeFi come un sistema finanziario legittimo.
Skrikumar Misra
La DeFi, e questa è la nostra posizione definitiva, sarà credibile fino a quando permetterà a tutti di avere infrastruttura – finanziaria – per lanciare quanto preferisce.
Per il resto, per un sistema dove c’è bisogno di un certo pedigree, dell’ok da parte di chi ne sa di più, ci sono i mercati tradizionali. Che esistono, continueranno a esistere e che… non sono DeFi.