Abbiamo aspettato tutti le dichiarazioni di Jerome Powell davanti alla commissione del Congresso che si occupa di economia e politica. E come da copione, sono state dichiarazioni piuttosto moderate, che però i mercati sembrerebbero aver recepito con un certo ottimismo. Dato che, piaccia o meno, questo tipo di dichiarazioni hanno un impatto di breve e medio periodo anche su Bitcoin e crypto, sarà il caso di capire quali siano le condizioni generali dell’economia che informeranno le prossime decisioni di Federal Reserve.
Ci sono complessivamente buone notizie, che con ogni probabilità sono state quelle recepite anche delle piazze asiatiche e che hanno stimolato una crescita che in mattinata aveva portato Bitcoin sopra i 59.000$. Si sta tornando verso una normalità, per quanto in modo invero assai lento. E questo però renderebbe più possibile lo scenario da soft landing del quale Powell è stato sempre sostenitore, per quanto con qualche dubbio.
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Jerome Powell ci crede – ed è un buon segno anche per il mondo crypto e Bitcoin
Bitcoin e crypto sono storicamente influenzati anche da quanto avviene sulle piazze finanziarie tradizionali. E quanto avviene sulle piazze finanziarie tradizionali è influenzato a sua volta da quanto afferma Powell nelle sue frequenti uscite pubbliche.
Nel corso della deposizione davanti al congresso di Jerome Powell, che è Presidente di Federal Reserve, sono emersi diversi dettagli che dipingono un quadro relativamente roseo per quanto riguarda il futuro dell’economia e – cosa che interessa di più i mercati – per il ritorno dei tassi di interesse su livelli più bassi.
La cantilena, talvolta stanca, di Jerome Powell è la stessa da mesi: l’inflazione è dipesa da due fattori. Il primo è quello dello shock dell’offerta di beni e servizi che è stato causato dalla pandemia COVID. Il secondo è un mercato del lavoro surriscaldato e che ha portato a forti spinte rialziste sui salari negli USA, che a loro volta hanno esercitato pressioni importanti sui prezzi.
Secondo quanto è stato affermato ieri da Powell, le pressioni di questo tipo da parte del mercato del lavoro sono ormai alle spalle. E per quanto riguarda l’altro problema, aggiungiamo noi, c’è poco in realtà (ammesso che ancora esista) che è possibile fare per le banche centrali.
Se ha ragione Jerome Powell
Non abbiamo motivi per dubitare della ricostruzione di Jerome Powell, almeno in termini di raffreddamento del mondo del lavoro. E se questo dovesse essere il caso, ne uscirebbe assai rinforzata l’ipotesi di tagli ai tassi già a settembre, che in realtà i mercati stanno già iniziando a scontare.
Nel complesso si tratterebbe del migliore dei mondi possibili anche per Bitcoin e crypto, che potrebbero venir fuori dall’estate con un piccolo boost che arriva dal nemico giurato di questa cultura, ovvero appunto la più potente delle banche centrali.
Prima però di fare i conti senza l’oste, sarà il caso di attendere anche i dati di domani, giovedì 11 luglio, per quanto riguarda invece l’inflazione. Ci si attende una piccola discesa del dato, che finirebbe – se dovessero essere confermate le aspettative – per aiutare ancora di più i mercati.