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Perché Donald Trump e Bitcoin vanno in parallelo, spiegato semplice

Un rapporto raccontato in modo dozzinale. La spiegazione semplice del rapporto tra Bitcoin e Donald Trump.

C’è tanto da spiegare dei curiosi movimenti di Bitcoin alla notizia dell’attentato che ha colpito Donald Trump. A pochi minuti dalla diffusione della notizia, BTC ha perso circa un punto percentuale, per poi piazzare una delle migliori giornate delle ultime settimane. Ci eravamo lasciati questa mattina con uno speciale per fare qualche valutazione più accurata ed ora siamo pronti a offrirvi al guida definitiva per capire – soprattutto se non siete del mondo crypto e Bitcoin – il legame tra la campagna elettorale di Donald Trump (e la sua eventuale vittoria) e l’andamento dei prezzi degli asset di questo comparto.

Le risposte – assai banali in verità – che continuiamo a leggere sui social non raccontano neanche una parte della verità e del rapporto relativamente complesso tra politica USA e Bitcoin. E aiutano poco a capire perché Donald Trump è ormai correlato 1:1 all’andamento di questo comparto.

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Bitcoin in parallelo con Donald Trump: cosa sta succedendo in America

Parte un proiettile, Bitcoin perde quasi 500$ di valore sulle piazze crypto. Il proiettile si rivela privo di conseguenze per Donald Trump, e Bitcoin piazza una delle sue migliori performance delle ultime settimane.

Trump Bitcoin
Il mercato Bitcoin risponde alla notizia dell’attentato

Coincidenza? Dopo qualche ora è evidente che non lo sia. Il prezzo di Bitcoin segue 1:1 la traiettoria di Donald Trump. E nel caso di oggi, anche quella dei proiettili. È un’amicizia, un cammino in comune, che arriva da vicino, che potrebbe andare lontano almeno fino alle elezioni di novembre e che è stata unilaterale o quasi.

  • Donald Trump a caccia di voti

L’opportunità per Trump di portarsi a casa i tanti single-issue voter che mettono Bitcoin al di sopra di tutto non è frutto di nessun arguto calcolo politico. L’amministrazione Biden è stata disastrosa per il settore, con l’ala sinistra del Partito Democratico, quella guidata dalla Sen. Elizabeth Warren che ha più volte attaccato il settore frontalmente, fino a minacciarlo di renderlo illegale.

Ci sono stati attacchi alle società che fanno mining negli USA, con nuove norme che le obbligano a report tanto cervellotici quanto dannosi per l’industria. E sempre la senatrice Warren si è candidata promuovendosi come generale dell’esercito anti-crypto. Mettere le mani su quel punto percentuale (secondo le stime che troviamo più credibili) che tiene tanto a Bitcoin, non ha richiesto nessuna strategia politica complicata.

  • La partecipazione a Bitcoin 2024

A meno che non venga annullata dopo gli eventi tra sabato e domenica, Donald Trump dovrebbe anche partecipare a Bitcoin 2024, una delle convention più importanti del settore, a capo di una lunga delegazione di politici pro BTC. Una notizia questa arrivata la scorsa settimana e che dovrebbe rinforzare i propositi di apertura a questo mondo da parte del candidato repubblicano.

  • Il voto libertarian

Altra questione, che dovrebbe essere chiara per chi segue la politica USA. C’è un voto libertario, in parte raccolto nel Partito Libertario, in parte invece composto di cani sciolti, che fa gola al Partito Repubblicano.

Trump libertarian
Durante la convention del Partito Libertario Donald Trump ha anche incassato fischi

E c’è anche qui una strategia per portarsi a casa quei voti, da parte di Trump, mettendo sul tavolo qualche promessa. Oltre a quelle su Bitcoin – che sono state ripetute proprio alla convention del Partito Libertario, anche la promessa di liberazione di Ross Ulbricht, creatore di Silk Road, che secondo Trump potrebbe ricevere la grazia nel caso di elezione di Donald alla Casa Bianca.

  • Bitcoin l’americano

L’ultima delle questioni riguarda gli ideali tipicamente dell’America della Rivoluzione che si sarebbero incarnati anche in Bitcoin. Le critiche a Federal Reserve e al mondo del denaro fiat non sono certamente nate con Bitcoin negli USA – e sono estremamente popolari tra frange politiche spesso senza rappresentazione che si richiamano proprio agli ideali della Costituzione Americana: Life, Liberty, Pursuit of Happiness, ovvero Vita, Libertà e Ricerca della Felicità – con il governo federale che dovrebbe intromettersi il meno possibile in tutte e tre le vicende.

Difficile però associare la campagna elettorale di Donald Trump – per quanto il Partito Repubblicano abbia ancora diversi rappresentanti che citano spesso quegli ideali – a questa frangia, da sempre scettica di un Partito Repubblicano che trovano… irriconoscibile da sempre.

I bitcoiner sostenitori di Trump?

Il mondo degli appassionati di crypto e Bitcoin è in verità eterogeneo anche sul piano politico. Per quanto forse gli account più rumorosi su X possano essere accostati alla destra americana, c’è in realtà poca omogeneità tra le visioni politiche di ciascuno. Così come c’è poca omogeneità su diversi temi della politica americana.

Se è vero che è raro incontrare Bitcoiner, mutuando ancora termini dalla cultura USA, vicini alle posizioni woke, è altrettanto vero che tanti dei personaggi più vicini a Bitcoin sono storicamente lontani da Donald Trump.

Pensare che questo sia un matrimonio che poteva essere anticipato da sempre e che sarebbe avvenuto comunque senza il chiaro schierarsi di Donald Trump a favore dell’indusria… è argomento buono per i detrattori di Bitcoin. Detrattori che stanno esaurendo gli argomenti forse più ragionevoli e che – come spesso accade – sono costretti a disegnare alleanze e intelligenze che purtroppo esistono solo nella loro testa.

O, più in breve, se Trump utilizza Bitcoin a scopo elettorale, è vero anche il contrario: molti dei detrattori di Bitcoin, tanto in Italia, quanto in Europa e negli USA, sono mossi da motivazioni più politiche che tecnologiche. Più di propaganda elettorale che di serio ragionamento su una questione che è tra le più importanti per il mondo di oggi, quella di un denaro libero.

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