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Google, danni per 5 milioni: truffa crypto rimasta online per mesi dopo segnalazione

Google non avrebbe rimosso una App crypto scam dal suo store, nonostante le segnalazioni. E un utente ora vuole 5 milioni.

Le truffe crypto sono sempre più comuni, ahinoi. E sono spesso favorite dalle principali piattaforme pubblicitarie e/o social, che svolgono verifiche assai blande sul materiale che fanno girare, a pagamento o meno . Facebook, X ma anche Google sono sfruttati da scammer di ogni genere e sorta.. E secondo quanto emerge da una recente causa legale in Florida contro Google, la grande G di Mountain View non prenderebbe affatto sul serio le segnalazioni di truffa.

Sul suo Google Play Store è rimasta infatti disponibile per il download una App scam per il trading di crypto che era stata debitamente segnalata dal Consumer Financial Protection Bureau tre mesi prima. Tempi di inazione che possono essere fatali per tanti sprovveduti che finiscono per essere truffati.

Lì fuori, in sintesi, è un brutto mondo – e l’unico modo che abbiamo per proteggerci dalle truffe è quello di imparare a riconoscerle, senza evidentemente aspettarci nulla anche dalle grandi società che muovono traffico internet, anche quando ricevono segnalazioni.

Una truffa come tante, che però…

La truffa in cui è incappata Maria Vaca è di quelle che abbiamo già tante volte raccontato su queste pagine. Viene fatta scaricare una sedicente App per il trading crypto, dietro la quale invece si celano i soliti truffatori che rappresentano poi a video situazioni inesistenti.

Grandi gain, grandi guadagni, che però sono soltanto a schermo e che sono impossibili poi da prelevare. Una storia, per intenderci, simile a quella che abbiamo coperto insieme a Chi l’Ha Visto? con protagonista il povero Gianfranco Bonzi.

Fortunatamente nel caso di Maria Vaca, la questione si è risolta soltanto con la perdita di capitale, per quanto ingente (parliamo di circa 5 milioni di dollari).

Vaca ha deciso poi di fare causa a Google, perché la App in questione era liberamente disponibile in download su Google Play Store, e perché – come è emerso dalle indagini – è rimasta disponibile sul Play Store per altri 3 mesi nonostante ci siano state segnalazioni da parte del Consumer Financial Protection Bureau.

Google di recente ha dichiarato di aver aumentato i suoi sforzi contro i truffatori, per quanto continui a proporre contenuti evidentemente scam che vengono messi in circolazione da articolate reti di professionisti. Scam nei quali finiscono per cadere anche tanti utenti italiani.

Quanto sono responsabili le piattaforme?

Vedremo cosa dirà la legge, almeno negli Stati Uniti. Quello che sappiamo fino a ora che in tanti – anche tra le celebrity che vengono sfruttate come acchiappa-polli – si sono lamentate del fatto che le reazioni di Google e degli altri social sono troppo lente alle segnalazioni.

Per quanto non si possa ritenere Google un editore pieno con le responsabilità che ne conseguono in via generale, per quanto riguarda il materiale pubblicitario se ne dovrà certamente discutere.

E per quanto riguarda la permanenza di App segnalate da enti affidabili saranno appunto i giudici a discuterne prima e a decidere poi.

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