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Cantor Fitzgerald: le grandi banche USA vogliono Bitcoin

Le banche USA vogliono Bitcoin, lo dice una grande società finanziaria americana.

Le banche vogliono Bitcoin – e lo vogliono anche per effettuare transazioni. A parlare non è questa volta uno stralunato account su X, ma il CEO di Cantor Fitzgerald, una delle più importanti società della finanza classica su scala globale. A frenare l’avanzata di Bitcoin, dice Howard Lutnick, ci sarebbero regolamentazioni che non sono ancora al passo.

Una frecciatina anche politica, con gli ultimi anni – quelli dell’amministrazione Biden – che per un numero crescente di analisti è responsabile di un impianto legale per Bitcoin e crypto desueto, che ostacola l’innovazione e che sta frenando gli USA dal diventare il paese, la piazza più rilevante anche in questo comparto.

A scanso di ogni equivoco e per il massimo della trasparenza, va ricordato anche che Cantor Fitzgerald è custode per l’enorme mole di bond USA che fanno da riserva per Tether, il più utilizzato degli stablecoin ancorati al dollaro, che vanta una capitalizzazione ormai vicina ai 120 miliardi di dollari.

Le banche aspettano Bitcoin

La voglia ci sarebbe – e a raccontarcela è Howard Lutnick di Cantor Fitzgerald – imponente società finanziaria che si è già sporcata le mani con il mondo crypto. Le grandi banche vorrebbero detenere Bitcoin e anche effettuare transazioni sul network.

A frenarli però, almeno secondo quanto racconta il potente personaggio della finanza americana, ci sarebbero norme bancarie che ostacolano questo tipo di operazioni.

Ed è una frecciata sia ai regolatori – sia al governo in carica, che non avrebbe permesso – parafrasiamo noi – di arrivare a leggi più chiare sul comparto.

Un tema che tornerà ad essere caldo in vista delle lezioni di novembre, per le quali, sul tema Bitcoin, i due candidati sembrerebbero avere delle posizioni radicalmente opposte.

Se le banche detengono i tuoi bitcoin, dovrebbero accantonare un ammontare equivalente di denaro, in una sorta di gabbia. È per questo che non li detengono. Ma se le regole fossero buone, vedreste tutte le compagnie della finanza tradizionale correre per prime verso Bitcoin.

Howard Lutnick, Cantor Fitzgerald

Una questione che ha tenuto banco anche in Congresso

E che era stata importante fonte di attriti anche con la presidenza, che aveva posto il veto sulla rimozione di suddetta norma.

Una questione dunque politica, che però – come direbbe qualcuno – suona un po’ come la storia di quello che voleva fermare il vento con le mani.

Con il grande successo degli ETF su Bitcoin, c’è la prova che certi asset interessano al grande pubblico e anche agli intermediari. Per vedere però l’arrivo delle grandi banche, ci sarà bisogno di uno sforzo da parte del Congresso per passare ad un ambiente più consono.

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Coviddi
Coviddi
2 mesi fa

Non so se la vedo giusta eh, ma un po’ capisco la ratio: Se alla banca il mio wallet cade dalla barca, come garantisce? Non puoi “burnare” i BTC smarriti e riemetterne di nuovi.

Questo forza la gente (quella che lo capisce) verso l’auto custodia. Come è sano in my opinion. Quindi Bitcoin sarebbe veleno per le banche, almeno indirettamente diciamo.

E allungando il tiro sul filosofico direi che così laggente s’impara a delegare gli affari propri invece di prendere in mano le palle scusate il francese.

Qui però leggo che le banche sarebbero interessate a fare da custodial service, se non dovessero garantire per gli asset in custodia. “Aspetta che lo sdado debba salvare una banca che custodiva male BTC dei clienti, vedi il bordello quando un sistema inflazionistico prova a fare da garante per un bene scarso e finito” è il mio pensiero da bancone.

Ci deve essere qualcosa che mi sfugge, oltre al perché non diriga io quella grossa banca lì.
(Tra serio e faceto, spero mi si sia compreso e mi si aggiusti il tiro.)

Giora
Giora
2 mesi fa
Reply to  Coviddi

Di sicuro, per i privati sarebbe meglio custodire i propri BTC sui propri cold wallet, mentre per le istituzioni, al momento, l’unica soluzione sarebbe affidarsi a garanti terzi come le banche. Ovviamente, in questo caso, sarebbe necessario un sistema di multi-firma, in modo che la banca non possa mai vendere i BTC del cliente senza il suo consenso.