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BBVA vuole il crypto euro. VISA la aiuterà, ma i DUBBI sono molti

BBVA è pronta a lanciare il suo stablecoin crypto. Ma in molti non hanno indagato su...

BBVA, uno dei principali istituti bancari d’Europa, ha confermato la volontà di lanciare uno stablecoin, insieme a Visa. O meglio, Visa fornirà l’infrastruttura affinché il lancio del prodotto sia possibile. Mancano ancora informazioni rilevanti – come il tipo di riserva – con le uniche informazioni delle quali siamo in possesso che sono contenute in un approfondimento di Fortune.

Perché una banca europea dovrebbe lanciare uno stablecoin? E come funzionerà? Sarà una criptovaluta a tutti gli effetti? E chi potrà utilizzarla? Di domande ce ne sono tante. Di risposte meno, ma cercheremo comunque di darle all’interno di questo approfondimento, pensato sia per chi ha già una certa esperienza del settore sia per chi invece non vi si è mai avvicinato e vuole capire la direzione che almeno una parte del mondo bancario sembrerebbe pronta a prendere.

Visa offrirà la sua piattaforma – presentata pochi giorni fa in via definitiva – che è stata concepita proprio per permettere alle istituzioni finanziarie di un certo calibro di avvicinarsi a questo mondo.

Come funzionerà lo stablecoin di BBVA?

Siamo ancora in alto mare, nel senso che BBVA ha confermato di essere ancora nella fase di studio e di test. Sappiamo che con ogni probabilità sarà su rete Ethereum, dato che è lì che Visa sta offrendo supporto. Per il resto…

  • Tipo di riserva

Secondo quanto confermato da Francisco Maroto, che per BBVA si occupa della divisione asset digitali, non hanno ancora deciso quale strada prendere.

IPOTESI RISERVA: vorrebbe dire seguire le orme di Tether e di USDC. Per ogni token emesso viene depositato 1€ o 1$ presso una banca. Tali riserve potrebbero essere investite anche in titoli a basso rischio, come le obbligazioni USA a breve scadenza.

IPOTESI CASH: che sarebbe una versione ridotta della riserva. 1€ o 1$ per ogni token emesso, fermi in banca e senza possibilità di essere investiti.

IPOTESI MONEY MARKET FUND: i fondi money market sono fondi che investono a breve termine e a bassissimo rischio, in genere su prodotti ad elevata liquidità (ancora una volta come nel caso dei bond USA di breve).

In questo caso il detentore del token avrebbe in realtà una quota di un fondo – e ci sarebbe da stabilire come verrebbero attribuiti i rendimenti.

  • L’altra questione: per chi?

Sempre secondo l’intervista di cui sopra per Fortune, il token è stato pensato come token di settlement sulle borse e sui mercati organizzati.

Il che vorrebbe dire che sarebbe ad appannaggio di broker di grandi dimensioni, grandi investitori e family office di una certa dimensione. Vorrebbe dire escludere il pubblico dall’utilizzo del token – e quindi un token che non sarà in concorrenza con gli stable che siamo tutti abituati a usare per i nostri scambi.

Euro o dollaro?

Ad aumentare ulteriormente l’incertezza c’è la divisa di riferimento. BBVA utilizzerà l’euro o il dollaro? Anche a questa domanda il gruppo bancario europeo non ha risposto.

Il dollaro, in ambiente digitale, è certamente dominante (ben di più di quanto lo sia in ambiente classico, dove comunque è la valuta più scambiata). Ci sarà da vedere se l’arrivo del MiCA farà da traino anche per la nascita di un settore di questo tipo sull’euro.

Nel frattempo Tether scalda i motori con una proposta che arriverà in Europa a novembre. Segno, questo, che come avevamo già anticipato ai nostri lettori il mondo stablecoin sarebbe stato il più rilevante di questo ciclo. O comunque tra quelli più importanti.

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