È ufficialmente partito il fondo ETF che investirà simultaneamente in oro e Bitcoin – o come è stato proposto dai relativi uffici di marketing – in oro fisico e tradizionale e in oro digitale, con la seconda locuzione che dovrebbe stare a rappresentare, appunto, Bitcoin. Si chiama STKD Bitcoin & Gold ETF, è quotato al NASDAQ e non investirà però direttamente in queste due commodity.
Il fondo cercherà di replicarne il prezzo ricorrendo a futures più ETF più su altri tipi di fondi. E si riserverà anche la libertà di impegnare una parte dei fondi raccolti in repo. Un prodotti innovativo e rivoluzionario? Cerchiamo di vederci chiaro.
Il tentativo sarà quello di replicare in combinazione, per ogni dollaro versato, sia un dollaro di esposizoine verso Bitcoin, sia invece un dollaro di esposizione verso l’oro. Questo tramite l’utilizzo di leva finanziaria.
Come funziona BTGD – Bitcoin and Gold ETF
Partiamo dal principio: è un ETF di diritto americano che non sarà spot. Offrirà infatti investimenti a leva tramite futures e altri derivati, nonché tramite altri ETF, al prezzo di Bitcoin e dell’oro.
- Il tipo di replica e funzionamento
Il tentativo, tramite l’utilizzo di strumenti a leva, sarà quello di replicare in contemporanea e per pesi eguali l’andamento di BTC e dell’oro sulle piazze finanziarie. Non ci sarà acquisto diretto di materia prima, ma piuttosto il ricorso a futures.
- L’obiettivo finale della strategia
Immaginiamo di avere 100$ investiti all’interno del fondo oggi. Se nelle prossime 24 ore Bitcoin dovesse fare un +3% e l’oro un -0,50%, obiettivo del fondo sarà di fornire un rendimento di +2,50%, dato dalla somma delle due performance.
Più in breve, si tratterà (data la maggiore volatilità di BTC rispetto all’oro), di un fondo che mitigherà l’andamento di Bitcoin con quello dell’oro. E si avvicinerà per forza di cose più alle performance di BTC che a quelle dell’oro stesso.
Conviene davvero? Bisogna investirci?
Gli ETF di diritto americano sono di difficile accesso per i retail italiani e questa difficoltà dovrebbe già rendere tale prodotto al di fuori della portata del grosso dei nostri lettori.
Il fondo ha un costo di gestione dell’1%, che è decisamente più alto poi di quelli direttamente sugli ETF Bitcoin – anche se dovessimo tenere conto di quelli quotati in Europa.
Di convenienza non sembrerebbe essercene – almeno per il grosso degli investitori – granché. Rimane comunque un’operazione se vogliamo curiosa e che contribuirà a rendere più popolare in certi ambienti il nome di Bitcoin.
Sul fatto che l’associazione tra Bitcoin e oro abbia un senso, ci riserveremo di tornare in futuro: il discorso è più complesso di quel che potrebbe sembrare di primo acchito e merita approfondimenti che vanno oltre le battute da social.