Gli stablecoin sono token crypto che sono legati ad una valuta fiat in rapporto 1:1. Tipicamente questa valuta è il dollaro, ma in realtà ne esistano diversi, anche legati all’Euro o ad altra valuta classica, o anche alle materie prime.
Sono fondamentali per il funzionamento del mercato delle criptovalute, perché permettono di vendere i propri token e coin senza uscire mai dall’ecosistema cripto. Ce ne sono di diversi tipi, alcuni dei quali con riserva concreta, altri algoritmici, ed è bene imparare come funzionano, anche per evitare eventuali pericoli.
La parola già ci dice molto sulla questione stablecoin. Sono token crypto stabili, nel senso che replicano 1:1 il valore di una determinata valuta fiat, ovvero quelle del mondo, se vogliamo, reale. La maggioranza degli stablecoin è ancorata al dollaro USA, valuta che rimane il riferimento per i mercati finanziari e anche per quello delle cripto.
Forse l’unica caratteristica che gli stablecoin hanno in comune è il fatto di essere ancorati ad una valuta terza. Tramite diversi meccanismi possiamo convertire i nostri token in dollari reali o in qualcosa di equivalente che abbia il valore di una singola unità della valuta scelta.
Ad esempio gli stablecoin legati al dollaro hanno sempre (o quasi) il valore di 1 dollaro, così come quelli legati all’euro hanno sempre (o quasi) il valore di 1 euro. Ricalcano il realtà il funzionamento di tante valute storiche che erano ancorate al dollaro USA oppure anche al franco francese o alla sterlina britannica.
La prima funzione specifica degli stablecoin è quella di favorire gli scambi, in particolare su quei protocolli decentralizzati che possono trattare soltanto token crypto. In aggiunta sono utili anche per gli exchange crypto tradizionali, diversi dei quali sono nati senza la possibilità di operare in euro o dollari reali.
Utilizzando gli stablecoin possiamo scambiare sempre cripto contro cripto, nonostante una delle due sia poi di fatto collegata ad una valuta fiat. Sono nate poi altre funzionalità che hanno sfruttato la comodità degli stablecoin anche per i pagamenti o anche per servizi di prestito e credito. Tutti o quasi i servizi di DeFi fanno ampio affidamento su Tether, USDC e anche su altri sistemi simili.
I più comuni (e affidabili) sono quelli che offrono una riserva stabile del controvalore, ovvero gli stablecoin classici. Ci sono poi, e lo vedremo più avanti, anche gli stablecoin algoritmici, che presentano molti più rischi e che al tempo stesso attirano con meccanismi di rendita molto elevata nuovi investitori.
La scelta, a meno di non voler tentare strategie ad alto rischio, devono sempre ricadere su quegli strumenti che ci permettono di essere maggiormente sicuri.
Anche se alle condizioni che poi vengono imposte da ciascun progetto, gli stablecoin possono essere convertiti. È ben però sapere che questa convertibilità non riguarda sempre la valuta sottostante. I progetti con riserva cash o quasi permettono la convertibilità in fiat. Quelli algoritmici in genere offrono convertibilità in un’altra criptovaluta (e questo si è rivelato essere più volte un problema, come nel caso di Terra Luna).
È un concetto con il quale cercare di avere un po’ di familiarità. Il peg altro non è che l’ancoraggio al valore del sottostante. Ad esempio Tether (USDT) è ancorato al dollaro, o in altre parole ha un peg con il dollaro. Al contrario si parla di depeg quando il valore dello stablecoin si discosta dal valore che dovrebbe replicare, ad esempio nel momento in cui sui mercati viene a scambiata a 0,95 dollari contro il valore che dovrebbe essere di 1 dollaro.
Anche la questione delle riserve va sicuramente approfondita. Gli stablecoin replicano l’andamento di una valuta fiat, ovvero un altro asset. Come mantengono questo peg, ovvero questo ancoraggio? Quelle di “vecchia” (e più affidabile) generazione lo fanno inserendo riserve della suddetta valuta come collaterale, in genere in istituzioni finanziarie. Una quantità di denaro di questo tipo fa gola però – anche investendola a basso rischio potremmo guadagnare somme importanti, se fossimo i gestori di un progetto stablecoin.
E il grosso dei progetti investe queste somme, in genere in titoli molto solidi. Possono essere però un problema in due casi: se i titoli dovessero rivelarsi meno solidi di quel che sembravano. Oppure in caso di bank run, ovvero se una grande quantità di persone decidesse di richiedere la conversione di quanto depositato all’unisono. Studiare le riserve è di enorme importanza.
Ci sono anche, seppur minoritari, stablecoin che replicano il prezzo ad esempio delle materie prime. Quelli sull’oro sono relativamente comuni (e ne esistono diverse versioni), così come ci sono quelli che replicano le azioni, che tecnicamente potrebbero essere considerati anch’essi stablecoin.
Spesso sono backed dai titoli stessi o da materia prima e possono essere uno strumento interessante per fare trading su determinati network DeFi (Finanza Decentralizzata) o anche su alcuni exchange. Comodi, relativamente sicuri ed economici nelle transazioni. Tutto lascia pensare che nel futuro prossimo saremo davanti ad altre operazioni di questo tipo, che andrebbero almeno in parte a controbilanciare la scarsa efficienza dei mercati tradizionali.
Dove la popolazione non è falcidiata soltanto dalla povertà, ma anche dalla svalutazione della valuta locale. In questi frangenti gli stablecoin ancorati a valute forti come il dollaro diventano facile strumento di risparmio per i cittadini. Possono acquistarli rapidamente, possono detenerli senza passare dalle banche (che in taluni paesi impediscono l’acquisto di valuta straniera forte) e sono relativamente al riparo dai sequestri e dalle confische del governo.
Questo è un caso d’uso più comune di quello che si potrebbe sembrare e uno dei motivi per i quali gli stablecoin sono così popolari su scala mondiale. Da non sottovalutare quando una certa politica si batte per reprimere gli stablecoin perché “inutili”.
Noi di Criptovaluta.it abbiamo anche preparato un videocorso per saperne di più sugli stablecoin, per chi non fosse interessato a seguire tutto approfondimento.
Il corso analizza tutti gli aspetti che sono presenti in questo approfondimento in meno di un’ora. Ideale che chi preferisce ascoltare invece di leggere.
Anche il mondo degli stablecoin si è diviso in diverse correnti, idee e intuizioni. Al momento possiamo dividerlo in stablecoin con riserva e stablecoin algoritmici. Una differenza di base, fondamentale, all’interno della quale poi si sviluppano diversi tipi di ulteriori correnti.
Sono la forma più semplice di stablecoin e anche quella che storicamente si è dimostrata essere la più solida. In questo caso ci sono società che si preoccupano di emettere dei token che idealmente hanno il valore del sottostante, raccogliendo lo stesso sottostante e mettendolo in banca o in titoli sicuri.
EMITTENTE: c’è sempre un emittente, che ha il pieno controllo in genere tanto delle riserve quanto del token. L’emittente si preoccupa di raccogliere presso il pubblico denaro, che viene poi convertito in token.
RECUPERARE IL SOTTOSTANTE: gli stablecoin prevedono anche un meccanismo per recuperare il sottostante, ovvero per convertire da token a quanto avevamo versato. In genere, almeno per gli investitori più piccoli, ci si può sempre rivolgere agli exchange, molti dei quali sono più che in grado di offrire liquidità in dollari o euro contro stablecoin.
SOLIDITÀ: storicamente gli stablecoin con riserva hanno dimostrato di essere più solidi, anche in momenti di relativa difficoltà per il mercato. Questo non può essere detto invece per gli stablecoin algoritmici, molti dei quali hanno perso il peg e fallito, senza lasciare alcun tipo di scampo agli investitori.
Sono la forma secondo diversi più evoluta e più decentralizzata di stablecoin. In questo caso non ci sono direttamente riserve, ma piuttosto vengono burnati token cripto classici e dal prezzo variabile, contro i quali viene emesso un token stabile ancorato al valore del dollaro o ad altro. Un meccanismo che sulla carta sembrerebbe anche poter funzionare, se non fosse che presenta diverse problematiche di difficile soluzione e che puntualmente, in particolare quando il resto del mercato scricchiola.
EMISSIONE CONTRO BURN: il meccanismo che viene utilizzato dai vari stable algoritmici è quasi sempre lo stesso. Ovvero esiste uno smart contract che brucia il token non stable legato al progetto in cambio dell’emissione del token stable. Ad esempio con USDD c’è bisogno di burnare l’equivalente di 1$ in $TRX per ottenere 1 $USDD.
TORNARE IN POSSESSO DELLE CRIPTO BURNATE: al contrario potremo conferire al sistema i nostri token stable per rientrare in possesso della criptovaluta accoppiata al progetto. Il meccanismo è così organizzato da rendere vantaggioso, in caso di discostamento, l’arbitraggio, cosa che dovrebbe appunto mantenere il sistema in equilibrio e il valore dello stablecoin ancorato al valore che è stato scelto.
PERCHÈ CI SONO DEI RISCHI? La storia, anche recente, ci ha dimostrato come in realtà questo sistema all’apparenza quasi perfetto sia denso di rischi. Cosa succede se la criptovaluta non stable a garanzia del peg dovesse perdere enormemente di valore? Potrebbe innescarsi una bank run virtuale che contribuirebbe ulteriormente al deprezzamento della criptovaluta non stable accoppiata al progetto. E da qui un effetto a valanga in grado di travolgere tutto il sistema.
RISERVE: dato che il problema di cui sopra è ben noto a chiunque si sia avvicinato anche soltanto sbadatamente a questo mondo, da qualche tempo diversi progetti hanno iniziato ad accompagnare agli stablecoin algoritmici anche delle riserve, ovvero altre criptovalute più importanti in cassa e talvolta anche stablecoin classici. Questo però non ha funzionato nel caso di Terra Luna e ha fortemente ridimensionato le velleità di chi stava cercando di operare in modo simile. Tra le altre cose l’utilizzo di riserve per sostenere l’ancoraggio è un elemento di forte centralizzazione per il sistema. Che diventerebbe così tanto centralizzato quanto gli stablecoin con riserva e al tempo stesso più rischioso, perdendo la sua ragion d’essere.
Gli stablecoin sono estremamente popolari in ambiente Ethereum, ma oggi sono comunque disponibili su tante altre blockchain, spesso nella stessa versione. Possiamo utilizzare oggi stablecoin anche su Avalanche, Tron, Polygon Matic, Solana e tanti altri. Questo perché sono davvero fondamentali per il funzionamento delle App di DeFi, dove svolgono appunto il ruolo di rappresentanti del valore stabile del dollaro (e in casi minoritari anche di altre valute).
Sono nati diversi servizi che utilizzano proprio gli stablecoin come valuta di pagamento e di scambio tra gli utenti. Il motivo è semplice: gli stablecoin utilizzano network che operano 24/24 e 7 giorni su 7, che quindi offrono un’infrastruttura decisamente più funzionale di quella delle banche.
Ce ne sono diversi e stanno aumentando, anche grazie all’arrivo di progetti di stablecoin effettivamente coperti e concreti e che presentano profili di rischio se vogliamo minori rispetto a quelli di un tempo.
Anche se hanno un valore stabile e ancorato ad un’altra valuta, in realtà gli stablecoin possono essere utilizzati anche come investimento. Ci sono diversi protocolli che offrono un interesse o rendimento se depositeremo i nostri stablecoin. Oppure possiamo usarli come liquidità da aggiungere ad una LP ed ottenere anche questa volta ritorni.
Occhio però: ci sono diversi sistemi che per attirare clienti e consumatori offrono rendimenti fuori mercato. Lo abbiamo già visto con Terra Luna e un caso simile si sta ripetendo con USDD. Questi sistemi per continuare a funzionare hanno bisogno di iniezione di capitali costante da parte di terzi, in genere i gestori del protocollo. Spesso però questo gioco si ferma, facendo pagare un prezzo altissimo a chi è entrato tardi.
Criptovalute a tutti gli effetti: gli stablecoin poi conservano tutte le caratteristiche proprie delle criptovalute. Possono essere inviate da wallet a wallet, possono essere comprate e vendute sugli exchange, possono essere gestite tramite smart contract e possono essere utilizzate anche tramite i protocolli DeFi.
Abbiamo preparato anche una classifica dei sette migliori stablecoin, tenendo conto di diversi fattori come la capitalizzazione di mercato, la bontà delle riserve e la solidità delle stesse, la diffusione su diverse chain e la facilità di convertirli in dollari autentici, cosa che può giocare a parità di altri fattori un ruolo decisivo.
Nonostante sia circondato praticamente da sempre da violente polemiche, Tether si è dimostrato più volte essere lo stablecoin di riferimento dell’intero settore cripto. Legato a Bitfinex e anche a Paolo Ardoino, il token USDT rappresenta 1:1 il valore del dollaro USA.
❓Nome: | Tether |
📑Sigla: | $USDT |
👶Nascita: | 2014 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum, Tron, Polygon, Tron, Algorand, Solana, EOS, OMG Network, SLP su Bitcoin Cash |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Cash, Titoli Stato USA, Commercial Paper |
SU MOLTE CHAIN: il primo dei vantaggi di Tether USD rispetto alla concorrenza è quello di essere presente su molte chain. Partito su Omni Layer, oggi il token è supportato da Ethereum, ma anche da Tron, EOS, Solana, Algorand e anche Polygon Matic. Non esistono stablecoin che siano così diffusi, sia in termini di volumi che in termini di chain supportate.
LA PIÙ CAPITALIZZATA: Tether è e con ogni probabilità continuerà a rimanere anche in futuro la criptovaluta stabile più capitalizzata. Anche nelle fasi di mercato in ritirata Tether non ha avuto problemi a convertire il suo token in dollari reali e anche in seguito a cali importanti di capitalizzazione non ha mai perso un colpo.
POLEMICHE: le polemiche seguono Tether praticamente da sempre. C’è chi li accusa di scarsa trasparenza, chi dubita delle riserve a sostegno dei token in circolazione. Si potrebbe fare qualcosa di più per la trasparenza? Forse. Ci sono enti terzi che certificano le riserve che il gruppo dice di avere in cassa? Assolutamente sì. Le polemiche, come spesso accade nel mondo delle criptovalute, sono fondate però su poco o nulla e sono fatte più per il gusto di farle che perché necessarie per orientare i nuovi sul mercato.
RISERVE: Tether non ha mai fatto mistero di non avere soltanto cash, ovvero contanti, in cassa. Parte del denaro che raccoglie per l’emissione viene investito in titoli di stato USA, che sono titoli molto sicuri (e dal rendimento molto basso). Sono poi investiti anche in commercial paper, debito di brevissimo periodo da parte di aziende molto solide, che però continua a suscitare polemiche da parte dei detrattori del progetto. In realtà il gruppo che governa Tether sta riducendo la percentuale di capitale detenuta in commercial paper.
Di seguito la nostra video-intervista a Paolo Ardoino, Chief di Bitfinex e stablecoin Tether USDT.
USD Coin o $USDC è il secondo token stabile ancorato al dollaro USA per capitalizzazione di mercato e ha visto rapidamente crescere il suo share di mercato, grazie anche agli importanti gruppi che vi partecipano. È stato creato da un consorzio che vede partecipare anche Coinbase, uno dei più importanti exchange di criptovalute a livello mondiale. È forse il più regolamentato degli stablecoin presenti oggi sul mercato.
❓Nome: | USD Coin |
📑Sigla: | $USDC |
👶Nascita: | 2018 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum, Polygon, Algorand, Avalanche, Flow, Hedera, Solana, Stellar, TRON |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Cash, presso banche regolamentate negli USA, titoli USA a breve scadenza |
ANCORATO AL DOLLARO: USD Coin è ancorato al dollaro USA, non ne esistono altre versioni. Il dollaro rimane comunque la valuta di riferimento di tutto il settore ed è normale che si parta da qui.
CON INVESTITORI IMPORTANTI: non solo Coinbase, ma anche Circle e di recente anche l’interesse di grandi gruppi finanziari come VISA, Mastercard, BlackRock, Fidelity. L’integrazione all’interno del mondo finanziario che fu è sicuramente la più forte all’interno del mondo degli stablecoin. Se vogliamo, USDC è il più istituzionale degli stablecoin ancorati al dollaro USA.
CAPITALIZZAZIONE IMPORTANTE: la capitalizzazione raggiunta è già importante, a ridosso di Tether, nonostante sia di molto più giovane. A contribuire a questo status raggiunto in tempo così breve c’è sicuramente l’appoggio da parte di importanti istituzioni finanziarie.
TRASPARENTE: la trasparenza è massima. Sul sito ufficiale possiamo trovare informazioni sulla sostanza delle riserve e anche certificazioni di terzi.
IN EUROPA: in vista del MiCA, Circle, che è la società che gestisce questi token, sta organizzandosi per una presenza anche in Europa.
A NEW YORK: non è un vezzo stilistico, ma piuttosto uno strumento di forza per USDP. Perché si trova ad operare legalmente in uno degli stati americani con le norme più restrittive in termini finanziari. Ed è un buon segno per chi vuole il massimo della tranquillità.
❓Nome: | Paxos Dollar |
📑Sigla: | $USDP |
👶Nascita: | 2018 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Cash, presso banche regolamentate negli USA, titoli USA a breve scadenza |
TRUST: anche l’organizzazione scelta da Paxos è un buon segno. Si tratta infatti di un trust, una forma giuridica di organizzazione che prevede controlli maggiori rispetto a quelli previsti per una normale società di capitali.
CAPITALIZZAZIONE NON ALTA: e questo è chiaro quando mettiamo a confronto Paxos con quanto hanno raggiunto USDC e USDT. Tuttavia questo non è necessariamente un cattivo segno. Se l’exchange che utilizziamo supporta scambi con Paxos, non deve essere nostra preoccupazione.
NON MOLTO COMUNE: non tutti gli exchange quotano questo stablecoin e sono relativamente pochi anche i protocolli di DeFi che offrono accesso a questo stablecoin. Per questo lo abbiamo inserito nella nostra classifica dopo i due che dominano in lungo e largo i mercati.
IL PIÙ SICURO? Per molti sì e deve essere stato questo il motivo che ha spinto Binance ad appoggiarsi a questo network per emettere il suo stablecoin. La sicurezza dovrebbe avere uno spazio maggiore nel nostro processo decisionale sul token da utilizzare come stablecoin. E in questo senso Paxos avrebbe molto da insegnare agli altri.
RISERVE MOLTO LIQUIDE: Paxos ha fissato degli standard molto alti per la liquidità delle proprie riserve. Non ha mai avuto in pancia titoli strani e ha fondamentalmente costretto gli altri ad adeguarsi, sebbene lo stiano facendo lentamente. Gli effetti innescati da Paxos hanno portato tutta l’industria ad adeguarsi e anche USDC e Tether a rivedere le loro politiche riguardanti le riserve.
DAI è uno stablecoin è molto particolare: viene emesso a fronte del blocco di altre criptovalute all’interno di un circuito DeFi molto evoluto e che permette di ottenere dei rendimenti interessanti.
❓Nome: | DAI |
📑Sigla: | $DAI |
👶Nascita: | 2017 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Algorithmic sovracollateralizzata |
GESTIONE TRAMITE DAO: ovvero tramite un’organizzazione decentralizzata, il che dovrebbe contribuire ad avere una struttura meno verticistica. Ovviamente chi ha più denaro sulla piattaforma detta, indirettamente, legge. Ma un minimo di decentralizzazione in più rispetto alle società strutturate possiamo aspettarcela.
SOVRA-COLLATERALIZZATA: il meccanismo di emissione di DAI non deve essere associato a quello che abbiamo visto con Terra Luna. Siamo infatti davanti ad un sistema che utilizza la sovracollateralizzazione. A copertura di ogni token emesso c’è più del 100% di copertura in cripto.
DIVERSE CRIPTO: possiamo accedere a questo tipo di servizio utilizzando diverse cripto, con il parterre che puntualmente si allarga e che permette di mettere a frutto le proprie cripto.
HA TENUTO anche nei momenti di crisi aperta per il mercato e questo non può che essere un plus, qualcosa che gioca a favore della reputazione di questo stablecoin, per quanto diverso possa essere il livello di rischio rispetto agli stablecoin con riserva.
ANCHE SENZA INTERMEDIARI: uno dei vantaggi di utilizzare un sistema come quello di DAI, ovvero Maker, è che non abbiamo bisogno di intermediari per ottenere stablecoin. Il tutto funziona con un complesso di strumenti altamente automatizzati, per i quali è il codice a dettare legge.
UN ESPERIMENTO INTERESSANTE: perché in realtà tutta l’emissione e tutti gli strumenti che vengono offerti sono regolati in modo relativamente orizzontale, dove per l’appunto una DAO si sostituisce nei fatti e con regole relativamente stringenti. Un esperimento per ora riuscito.
USO CAPITALI NON EFFICIENTE: è questa la critica che viene mossa in particolare in quelli che potremmo definire gli ambienti più degen della DeFi, ovvero quelli che cercano il massimo del rendimento sempre e comunque. C’è da dire che i progetti che hanno accusato MakerDAO e DAI di inefficienza sono poi quasi tutti finiti gambe all’aria, quindi forse meglio muoversi in questo senso che sparare smargiassate che poi finiscono con crack miliardari che lasciano gli investitori nelle proverbiali braghe di tela.
TrueUSD è molto diffusa, opera su diverse chain ed è ritenuta da molti una delle cripto stable più affidabili, nonostante sia comunque in circolazione con un marketcap relativamente basso. Anche noi l’abbiamo inserita all’interno di questo nostro speciale e nella nostra classifica, perché effettivamente i fondamentali sono migliori di quanto visto con altri progetti, che talvolta hanno avuto maggiore fortuna.
❓Nome: | TrueUSD |
📑Sigla: | $TUSD |
👶Nascita: | 2018 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum, Tron, BSC, Polygon, Fantom, Avalanche, Heco, Arbitrum, Crono |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Cash, presso banche regolamentate negli USA, certificate da Chainlink |
ANALISI IN TEMPO REALE: i depositi di USD che fanno da riserva a TrueUSD possono essere verificati sul sito ufficiale in tempo reale. E possiamo anche vedere presso quali banche sono depositati. I numeri che vengono riportati sono inoltre certificati da enti terzi. È praticamente il massimo della sicurezza che si può avere per quanto riguarda le riserve.
BUONA INTEGRAZIONE: tanto presso gli exchange quanto nei servizi DeFi più utilizzati. Questo è un buon segnale per un progetto che, seppur con una capitalizzazione relativamente bassa, è comunque uno dei più diffusi su scala mondiale.
LIQUIDAZIONE DIRETTA: tramite smart contract possiamo ottenere token depositando somme su TrustToken e anche se vorremo liquidarli ci basterà operare al contrario. Tutto rapido e indolore.
FONDI NON ACCESSIBILI direttamente da TrustToken, che è la società che gestisce questo stablecoin insieme ad altri. I fondi sono in un escrow e depositati presso enti terzi. Anche qui un’ulteriore garanzia del buon futuro comportamento di chi gestisce il token.
SCELTA DA BINANCE: dopo che BUSD è stato terminato anzitempo dall’intervento a gamba tesa di due regolatori – leggi qui parte della storia – TrueUSD ha ottenuto nuova linfa vitale. Basterà per riaffermarlo come stablecoin di prima fascia?
Frax si definisce come la prima stablecoin frazionaria, in un curioso mix tra riserve e funzionamento algoritmico. Sebbene in molti in passato abbiano dubitato della sua consistenza e sebbene ci siano ancora dei dubbi, in realtà il protocollo si è dimostrato piuttosto solido.
❓Nome: | FRAX |
📑Sigla: | $FRAX |
👶Nascita: | 2018 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Mix tra riserve e algoritmica |
COLLATERALE: il sistema è ibrido e utilizza USDC come collaterale. Si tratta di una buona scelta in quanto abbiamo davanti un sistema piuttosto affidabile e che possiamo considerare tra i più trasparenti attualmente in circolazione. Ricordiamo inoltre che il progetto è partito, per motivi di stabilità, con un collaterale del 100%.
GOVERNANCE DECENTRALIZZATA: uno dei punti che ha portato gli inventori di Frax a mescolare i due sistemi è stata la volontà di creare un sistema per quanto possibile decentralizzato e che potesse offrire qualcuno dei vantaggi che sono propri dei sistemi algoritmici.
ACCOMPAGNATO DA UN TOKEN DI GOVERNANCE: la governance decentralizzata ha ovviamente bisogno di un token. In questo caso abbiamo $FXS, che opera per l’appunto in tal senso.
LIQUIDITÀ RELATIVAMENTE BASSA: anche se non bassissima e comunque più alta di altri progetti relativamente blasonati.
PEG STABILE: nel tempo, almeno fino ad oggi, FRAX ha mantenuto un peg molto stabile, con una sola défaillance nell’ordine comunque dello 3%, poi prontamente recuperato
Gemini Dollar è uno stablecoin legato all’omonimo exchange Gemini e che non ha avuto granché fortuna, complice anche una forza minore da parte di questo intermediario rispetto a quelli che sostengono gli altri progetti che sono entrati a far parte di questa lista.
❓Nome: | Gemini Dollar |
📑Sigla: | $GUSD |
👶Nascita: | 2018 |
🔍Blockchain Supportate: | Ethereum, Near |
💰Ancorato a: | Dollaro Usa |
🪣Tipologia riserve: | Riserve |
REGOLATO A NEW YORK: una giurisdizione che era da considerarsi come blindata, almeno fino a quanto accaduto a Binance USD. Sta di fatto che tali regolamentazioni impongono comunque una gestione delle riserve molto trasparente e controlli importanti.
CONVERSIONE GRATUITA: sull’exchange Gemini possiamo scambiare GUSD per dollari USA reali senza commissioni aggiuntive. Un buon sistema anche per i piccoli per tornare in possesso dei dollari reali.
ATTESTAZIONE RISERVE: attestazioni delle riserve di Gemini USD sono emesse su base mensile e sono verificate da BPM LLP. Non si tratterà di una big four come società di verifica, ma è comunque una documentazione importante per quanto riguarda l’asset e la stabilità del suo ancoraggio.
RELATIVAMENTE DIFFUSA NEL MONDO DEFI: GUSD è diffuso su diversi protocolli leader del mondo DeFi. Non sembra essere però molto gettonato, almeno per ora.
Come possiamo scegliere il miglior stablecoin? Anche se i migliori stablecoin sono tutti basati su riserve solide o apparentemente da sistemi automatici di backing esistono comunque dei rischi, o in altre parole non sono tutti uguali. Dato che è già avvenuto in passato che progetti stablecoin siano finiti con il proverbiale botto, è bene conoscere questi rischi prima di avventurarsi.
Gli stablecoin con riserva sono tecnicamente i più sicuri, in particolare se possiamo essere matematicamente sicuri della bontà e della sussistenza di tali riserve.
AUDIT: progetti hanno audit, ovvero verifiche, da parte società terze molto affidabili. Altri sono meno trasparenti. La presenza di audit dei quali possiamo fidarci è fondamentale per capire che tipo di progetto abbiamo davanti.
QUALITÀ DELLE RISERVE: non tutte le riserve sono quali, neanche tra quelle che vengono chiamate cash like, ovvero equivalenti del contante. Cash è migliore dei titoli di stato USA. I titoli di stato USA sono meglio dei commercial paper. I commercial paper sono migliori dei bond corporate. Per valutare in questo senso serve un minimo di preparazione economica.
FACILITÀ DI CONVERSIONE: è un terzo fattore importante. Quanto è facile convertire i token in dollari veri. Alcuni richiedono limiti molto alti, altri no. Se comunque possiamo convertirli tramite exchange senza grossi problemi, devono essere considerati equivalenti.
La questione degli stablecoin algoritmici è calda, in particolare dopo che UST di Terra Luna è finita con uno spettacolare e doloroso fallimento. Nonostante questo, in molti continuano a provarci.
CHE TIPO DI RISERVE: ok, è algoritmico. In cosa può essere convertito? In genere in una criptovaluta per un controvalore equivalente. Cosa succederebbe a quella cripto se dovesse perdere di valore?
CHI GESTISCE LE RISERVE: la trasparenza è d’obbligo e sotto questo aspetto dobbiamo sottolineare come si possa, anzi si debba fare ancora tanto. Anche qui il caso di Terra Luna è stato emblematico: vi erano riserve, sono state liberate con tempistiche dubbie, e comunque senza che ci fosse un piano chiaro prima.
CHE TIPO DI MECCANISMI VI SONO ASSOCIATI? Abbiamo dei sistemi che offrono interessi fuori mercato? Chi li sta finanziando? Chi ha in mano la borsa? Sono tutte domande necessarie.
COLLATERALIZZAZIONE: DAI è sovracollateralizzata, nel senso che per ottenere 1$ di DAI dobbiamo bloccare una somma superiore. Questa è una prospettiva migliore di una collateralizzazione 1:1.
ORIGINALITÀ = PERICOLO? Quando un protocollo prova a fare qualcosa di nuovo le alternative sono due: o abbiamo davanti un’idea geniale e funzionale, oppure un futuro disastro. Giudichiamo con ancora maggiore attenzione quei progetti che sono novi anche in termini di evoluzione concettuale.
Gli stablecoin sono in genere emessi direttamente dal protocollo tramite le App sul loro sito internet. Per qualcuno però può essere relativamente ostico doversi arrangiare in questo modo ed è per questo motivo che anche gli exchange principali su scala mondiale offrono in genere accesso ai principali stablecoin.
Noi abbiamo raccolto qui i migliori exchange, i più sicuri e affidabili, che possiamo utilizzare per comprare gli stablecoin che abbiamo indicato nel corso di questo approfondimento come migliori
[exchange]Bybit è uno dei migliori exchange di criptovalute che offre ampio accesso al mondo degli stablecoin e che offre non solo acquisti spot, ma anche derivati a leva, short e una quantità enorme di servizi accessori ai mercati.
Bybit include anche strumenti Earn (anche sugli stablecoin), una piattaforma Web3, una carta per spendere le proprie crypto e tutto quello che serve per operare al meglio sui mercati. Puoi aprire qui un conto con Bybit per goderti tutto quello che ha da offrire.
Coinbase offre diversi degli stablecoin che abbiamo indicato all’interno di questa guida ed è anche emittente, anche se indirettamente, di uno di questi, ovvero USDC. Anche in questo caso siamo davanti ad un exchange che offre il top in termini di accesso ai mercati anche per le cripto classiche, con un ottimo livello di sicurezza e la possibilità di fare compravendita di tutti i migliori token, coin e progetti.
Al suo interno è presente anche una versione pro, sempre gratuita, tramite la quale abbiamo accesso a strumenti di analisi avanzati e una buona gestione degli ordini. Aprire un conto da Coinbase è completamente gratuito e potremo utilizzarlo anche per convertire i nostri stablecoin in Euro o Dollari reali.
Binance – vai qui per aprire un conto gratuito – è l’exchange più importante al mondo, nonché il primo per volumi di scambio sulle cripto.
Possiamo utilizzarlo inoltre anche per acquistare altri degli stablecoin presenti in classifica, che potremo anche decidere di convertire, in alcuni casi, direttamente in dollari o comunque in criptovaluta che possiamo vedere contro dollari o euro, per trasferirli poi all’interno della nostra carta o del nostro conto corrente.
Stablecoin: pro e contro
Gli stablecoin sono utili, e a dirlo sono i mercati che ne utilizzano per miliardi di dollari ogni giorno. Se non avessero senso di esistere nessuno li utilizzerebbe, o comunque avrebbero dei volumi decisamente meno importanti. Questo non vuol dire però che siano perfetti: per questo motivo abbiamo raccolto qui i pro e i contro legati all’utilizzo degli stablecoin.
COMODI: l’aspetto forse fondamentale degli stablecoin è la comodità. Siamo davanti infatti a dei token che possiamo utilizzare all’interno dei protocolli DeFi, ma anche all’interno degli exchange decentralizzati per gli scambi rapidi, laddove euro o dollari non fossero supportati.
RAPIDI E A BASSO COSTO: gli stablecoin si stanno facendo strada anche come metodi di pagamento, con diversi servizi a livello mondiale che utilizzano proprio stablecoin e relative blockchain per offrire pagamenti rapidi e a basso costo.
INDISPENSABILI: non sono soltanto utili. Almeno fino a quando i mercati delle criptovalute principali saranno organizzati così, saranno indispensabili. E senza, il mondo delle cripto non sarebbe più lo stesso.
RISCHI: ci sono sempre, sebbene in alcuni casi siano molto vicini allo zero. In altri casi l’emissione di stablecoin è invece direttamente collegata a sistemi non sempre limpidi e che hanno alta probabilità di fallire.
REGOLATORE: ha già provato ad entrare a gamba tesa su questo settore e a nostro avviso ci riproverà in futuro, tanto negli USA quanto invece in Europa. Staremo a vedere a quali folli regole dovremo sottostare per utilizzarli in futuro. La buona notizia in questo senso è che diversi degli stablecoin che abbiamo segnalato all’interno del nostro approfondimento sono già in linea con le normative di livello bancario, anzi, talvolta sottoposti a regimi ancora più restrittivi.
👍PRO STABLECOIN | 👎CONTRO STABLECOIN |
---|---|
Rapidi | Ci sono rischi |
Economici | Regolatore interverrà |
Comodi | |
Indispensabili per il mercato | |
Gli stablecoin sono una parte fondamentale del corretto funzionamento del mercato delle criptovalute e nessuno potrebbe oggi farne a meno, fatta eccezione forse per i piccolissimi investitori. Sono uno strumento molto utile anche in altri frangenti, senza il quale molti dei settori della DeFi non potrebbero funzionare.
All’utilità accompagnano però una percentuale di rischio variabile progetto per progetto, che va valutata attentamente prima di fare una scelta. Il mondo della finanza decentralizzata, per quanto poi tanto decentralizzata non sia, è interessante, talvolta utile e sicuramente affascinante. Ma dovremmo avere lo stesso rigore che abbiamo quando ci troviamo davanti gli strumenti della finanza tradizionale.
Gli stablecoin sono criptovalute il cui valore è ancora in modo fisso ad una valuta fiat oppure ad una materia prima. Sono ancorate alle valute secondo diversi meccanismi.
Dipende dal metodo che utilizzano per l’ancoraggio, dipende dal tipo di riserve e dai meccanismi che vi sono collegati. Nel nostro approfondimento offriamo analisi dei migliori stablecoin.
I nostri esperti hanno selezionato, tenendo conto di diversi criteri, i migliori 7 stablecoin attualmente presenti sul mercato. Sono i migliori per stabilità e per sicurezza, e anche per possibilità di utilizzo.
Sì, ci sono dei rischi importanti che vanno valutati, anche quando siamo davanti a realtà molto solide. Nel nostro approfondimento offriamo uno spaccato anche della situazione relativa al rischio.
Gli stablecoin sono offerti dai migliori exchange, diversi dei quali offrono anche la conversione diretta in Dollari o Euro. Anche in questo caso è necessario prestare attenzione all’intermediario che sceglieremo.
Vedi Commenti
Uhhhh mi piace un casino questo articolo! Grazie! Finalmente nei comincia a parlare un po' di lingua per neofiti!